Memoria e Resistenza - Un po' di storia

 

La Resistenza in Valdelsa

Prima di poter raccontare la leggenda di cui voglio parlarvi, credo sia necessario e interessante fare un breve cenno a ciò che è stata ed ha significato, non solo la Guerra, ma anche e soprattutto il movimento della Resistenza nella zona della Valdelsa.

Non c’è infatti frazione della Valdelsa che non presenti almeno un nome di un combattente antifascista o di una vittima del fascismo. In questa zona vi fu infatti una fortissima adesione popolare alla Resistenza, del tutto unitaria: l’opposizione non si verificò soltanto tra i partiti di sinistra, ma anche in altri, come ad esempio i rappresentanti del clero sociale, che sottolineavano che non si sarebbe trovato nel fascismo alcun tipo di salvezza o libertà. Oltre ai diversi partiti, inoltre, vi furono anche diversi strati sociali: studenti, contadini, lavoratori, ceto medio e così via. Oltretutto, l’antifascismo non restò mai chiuso in se stesso, ma cercò sempre di espandersi il più possibile tra le masse.

Tra le persone  non vi fu alcuna adesione al fascismo e, tra coloro che aderirono, molti di essi lo fecero perché fisicamente o moralmente costretti, pochi furono invece a condividerne l’ideologia. Questa è probabilmente una delle ragioni per cui in questa zona il fascismo agì quasi senza limiti, con il solo obbiettivo di devastare con ogni mezzo qualsiasi cosa e chiunque gli si presentasse davanti. Con l’affermarsi del fascismo, la risposta da parte della popolazione fu immediata e fin da subito si formarono gruppi e cellule clandestine. Iniziano a nascere tipografie, con l’obbiettivo di stampare volantini e giornali, i quali furono poi diffusi grazie ad un’efficiente organizzazione.

Quest’azione clandestina fu dapprima incerta, ma col tempo andò sempre più a svilupparsi e a diventare ben solida, apportando così un importante contributo per la riconquista della persa libertà. I resistenti erano molto attivi e potevano essere divisi tra chi aveva ideali romantici, ovvero gli studenti, coloro che avevano un’idea politica ben precisa e coloro che invece volevano evitare ad ogni costo i rischi derivanti dalla guerra.

(Fotografie di Irene Ulivelli)

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